Alla fine li ho lasciati tutti. Tutti, anche quello dove dico che mi sono sempre sentita un po' sfasata nei confronti della vita, quello in cui piango perché non riconosco il colore delle posate in casa del mio ex e anche il primo, dove racconto della piccola Vocetta e di quella famiglia che avevo provato a costruire, senza grandi risultati ma con tanta sofferenza (di tutti, chi più chi meno).
Li leggevo, uno via l'altro, senza capire cosa ci fosse di così sconveniente da avermi fatto pensare che no, non poteva leggerli nessuno che mi conoscesse, e no, non volevo neppure che venissero collegati alla me stessa nuova, perché era troppo il dolore di cui ancora erano intrisi.
Ecco, forse è proprio questo, quello che oggi mi stupisce. E' sbiadita la memoria del dolore collegato a certi eventi. Li guardo un po' da fuori, come se fossero accaduti così tanto tempo fa che la vita, da allora, giri ne ha fatti tanti, e da quel tempo lacrime per certi ricordi se ne spendono sempre di meno.
Così stasera mi sento ancora più libera, perché posso tenere con me tutte le parole cui ho voluto dare voce nel tempo, e perché queste stesse parole, oggi, non sono più troppo pesanti.
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