venerdì 15 giugno 2012

Back for good

Non sono brava a scrivere della mia vita, qui. Lo faccio ma poi mi pento, ho paura di ferire le persone che amo, che possono leggere, male interpretare, non capire. Così mi trattengo, ma le parole hanno bisogno di leggerezza, e allora passano mesi tra un post e l'altro. Un diario non si può scrivere se non ci si sente addosso la libertà di esporsi, e io non sono una blogger giornalista, che tratta argomenti di attualità, di politica, di cultura... (anzi no, di Cultura!). Il mio diario parla di me, e delle relazioni tra le persone, e vorrebbe trattare tutto quello che ci sta, nella testa e nel cuore e nella pancia delle persone.
Anche nei momenti di sottile confusione, come stasera, che ho bevuto una bottiglietta di birra ma io all'alcool sono intollerante, e non è che mi sia proprio venuto mal di testa, ma ecco, una strana sensazione di euforia me la sento, come se mi girasse la testa ma appena, come se fossi divertita da qualcosa ma in realtà sono qui in cucina, da sola.
Comunque sono tornata. E stavolta per rimanere.