domenica 2 ottobre 2011

UNA E CENTOMILA

Per buona parte della mia vita mi sono sentita sbagliata. Non sempre, non completamente. Per la maggior parte del tempo solo leggermente... sfasata, come se fossi costantemente a metà. Senza grandi picchi, ma con una personalità un po' incomprensibile, a chi aveva bisogno di mettermi in una scatola.
E' possibile che la prima a sentire il bisogno di definirmi in modo un po' rigido fossi proprio io.
Così mi facevo delle domande. Di quelle inutili, che però nascono spontanee e solitamente non trovano risposta.

Perché non posso essere come mio fratello, che sembra sempre tranquillo, che accetta la vita così com'è e il rapporto a distanza con i nostri genitori senza desiderare niente di diverso, che fa la cosa giusta in ogni situazione ed è il figlio perfetto, che chiama la prozia per farle gli auguri a Natale e a Pasqua e non ha mai diverbi con nessuno?

E perché non posso essere come la mia amica Vi, che ama l'inglese e non vede l'ora di fare l'insegnante alle medie o alle superiori? Perché io sogno di essere nata in Cornovaglia o in Scozia, in una vita precedente, ma non mi sfiora il desiderio di lavorare a scuola, o nell'ufficio commerciale di una ceramica?

Perché adoro il cinema ma mi annoio spesso coi cinepattoni e altrettanto col cinema kasako in lingua originale sottotitolato?

Un mio amico, ingegnere (lo dico così, en passant, non che questa debba necessariamente essere un'aggravante...), disse che lui non mi capiva perchè io stavo a metà, a volte con Eric Fromm, a volte con Eric Forrester.

E' così.
Sono sfaccettata di natura, curiosa di mille cose diverse e decisa in quello che mi piace, ma con il Dubbio, per anni, di dover essere più definita, in un senso o nell'altro. Di dover scegliere un campo di gioco, prendere una decisione ed eliminare, fisicamente, le alternative.

Invece no. Una cosa non esclude il suo contrario per partito preso.
Adesso non mi chiedo neppure più perché.
Sono una persona con una testa, un cuore, un corpo e uno spirito. E voglio nutrire tutti gli aspetti che fanno parte di me. Adoro i tacchi alti e le scarpe da ginnastica. Sono seria ma non seriosa. Mi piace parlare e mi piace ascoltare. Rifletto tanto e rido spesso, anche di cose sciocche. Leggo Sophie Kinsella e faccio la raccolta differenziata con cura. Sono timida e amo la sensazione di stare su un palcoscenico per uno spettacolo. Adoro le cose belle ma la mia vita non è definita dagli oggetti che possiedo. Sono indipendente per natura ma non mi sento sminuita se un uomo mi invita a cena e paga per me. Rivendico profondità di pensiero e allegra spensieratezza. Mi impegno nelle cose che faccio ma amo giocare.

E adesso che ci penso, grazie al cielo, anche le mie amiche sono un po' così.

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3 commenti:

  1. Per chi vive all'incrocio dei venti ed è bruciato vivo, per le persone facili che non hanno dubbi mai, per la nostra corona di stelle e di spine, per la nostra paura del buio e della fantasia.
    Santa Lucia, il violino dei poveri è una barca sfondata e un ragazzino al secondo piano che canta, ride e stona perchè vada lontano,
    fa che gli sia dolce anche la pioggia delle scarpe, anche la solitudine.
    ...la conosci? E' perfetta per l'idea che ho di te:*

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  2. ...ma l'ho letta adesso!!! bellissima, e no, non la conosco... ma vuoi farmi piangere qui in ufficio???! >;( :*

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  3. ehm... ma sai che io mica ho fatto il classico!!! ;P

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